Un cielo scuro al posto della volta del tunnel e l’aria afosa della stazione della Metro diventa una fresca brezza in questa notte perenne.
New York – Il Queensboro bridge nel pomeriggio. Imboccando il ponte sembra quasi impossibile che ci sia un passaggio in quella selva di acciaio. Una volta dentro, mi sembrava proprio di essere in un bosco dai fitti rami, ordinatissimi.
Se prima non lo immagino non posso vederlo. Dare un nuovo senso, un nuovo ruolo a qualcosa è prima di tutto un lavoro di immaginazione, strumento potente e necessario per capire e cambiare le cose. D’un tratto un serpente ti tiene sotto tiro.
Camminando sul palcoscenico che sono le strade di Manhattan, settembre mi ha portato a scegliere un taxi newyorkese come rifugio dalla pioggia. Improvvisamente sceso da quel palco, potevo vedere un intero mondo sui marciapiedi, dalla mia posizione privilgiata nella buca dell’orchestra.