Holistic Visions

Da un dialogo con Paolo Maccioni:

PERCHÉ COMPONI IMMAGINI SPECULANDOLE E COME TI È VENUTA L’IDEA?

Holistic vision #1 - Durst print on Plexiglass + Dibond aluminium panel134 x 200  cm – 52,5 x78.5 inch. - Edition of 7  Ho iniziato quasi per caso, assieme ai miei figli. Stavo spiegando loro per quale motivo avevo portato al nero la parte alta di un’immagine scattata dentro una stazione della Metro di Milano. Per mostrargli meglio che la volta della galleria si trasformava in un cielo notturno ho duplicato e speculato l’immagine: improvvisamente per loro è stato chiaro; hanno “visto” il cielo che prima appena intuivano. A quel punto abbiamo rilevato assieme le illusioni prospettiche e i pattern che la composizione aveva creato.
La duplicazione/speculazione offre quindi due spunti importanti: l’amplificazione della prospettiva e l’intessitura di alcuni pattern vicino alle aree di giunzione, raccontando cose importanti sui rapporti tra i piani dell’immagine.

OK, MA PERCHÉ LE CHIAMI HOLISTIC VISIONS?

Twins & Tower La visione olistica rileva che le prestazioni di un organismo complesso sono maggiori e diverse dalla somma delle prestazioni dei singoli organi che lo compongono.
Nessuno dei componenti di un aeroplano da solo è in grado di decollare, volare e atterrare. Pur non aggiungendo nulla alla porzione di realtà che ritaglio, duplico e speculo, ottengo una maggiore forza comunicativa accostando più volte la stessa fetta di realtà. Certo è una elaborazione, ma non aggiungo alcun elemento, non ne altero le forme se non col ribaltamento e la visione speculare cose che tra l’altro appartengono completamente ai meccanismi della percezione visiva di tutti gli animali.

APPUNTO, SPECULAZIONI: NON TI SEMBRA DI CERCARE ORIGINALITÀ CON UN ESPEDIENTE? NON TI PARE UNA SPECULAZIONE ARTISTICA?

Four times 4 Times Square - Durst print on Plexiglass + Dibond aluminium panel130x 95 cm – 51 x 37.5 inch. - Edition of 7Questa è la prima domanda che mi sono posto, la risposta è no: non è un sistema veloce per ottenere un vantaggio senza fatica.
Questa operazione ha un senso con immagini specifiche e in particolare quando attraverso esse indago sui rapporti prospettici dell’ambiente che l’uomo costruisce, e ancor di più nell’indagine sull’interazione di architettura e Natura, un tema su cui lavoro da molti anni.
Il fatto è che con questo tipo di immagine credo di riuscire ad amplificare l’effetto delle linee di fuga prospettiche che passando per strada diamo per scontate, linee progettate con intenti precisi da architetti e ingegneri, elementi che interagiscono tra loro e con ciò che realizza la natura. Queste interazioni, a mio avviso, vengono estratte e valorizzate dalle Holistic Visions.
In ultimo la considero una personale risposta a due grandi interrogativi sul rapporto tra la fotografia e l’arte: la replicabilità di copie identiche per il ‘900 e l’uso della post produzione dall’avvento del digitale.

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